domenica 6 novembre 2011

7 miliardi

POSTATO dal prof d’italiano:

Da il Venerdì di Repubblica del 4 novembre 2011:

IL 31 OTTOBRE SCORSO SIAMO DIVENTATI 7 MILIARDI:
MA È UNA BUONA NOTIZIA?

Di Ermanno Forte

Il 31 ottobre il mondo ha festeggiato l’arrivo dell’essere umano numero sette miliardi. Lo dicono le stime dell’Unfpa, il Fondo per la popolazione delle Nazioni Unite. Ma come si fa a fissare una data precisa per un evento del genere?
«Ovviamente è una proiezione statistica, ma comunque abbastanza attendibile» spiega Letizia Mencarini, docente di demografia a Torino, «l’Onu l’ha elaborata sulla base delle stime sulla popolazione, costantemente aggiornate anche con i dati sui censimenti».
Secondo molti, preoccupati per l’affollamento, si tratta però di un evento tutt’altro che da festeggiare. Il Centro per la biodiversità di San Francisco, per esempio, ha distribuito per l’occasione centomila preservativi in tutti gli Stati Uniti d’America. E i demografi dell’Onu sottolineano il vertiginoso ritmo di crescita della popolazione mondiale: per passare dai 2 miliardi del 1927 ai 3 miliardi ci sono voluti 32 anni, solo 12 per aumentare di un miliardo dal 1987 al 1999 e altri dodici per l’ultimo scatto. Ora però, secondo le Nazioni Unite, la crescita rallenterà: nel 2025 dovremo essere 8 miliardi; 9,3 nel 2050 e poi, nei successivi cinquanta anni, la popolazione dovrebbe crescere «solo» fino a 10,1 miliardi.
«È uno scenario sicuramente verosimile» dice Mencarini «che si basa sui trend della mortalità e dei tassi di fecondità (il numero medio di figli per donna), ma poiché è difficile fare previsioni su questi ultimi, le proiezioni possono variare di molto». E infatti altri studi, come quello di Carl Haub del Population Reference Beaureau, dicono che non è per nulla scontato che, per esempio, il tasso di fecondità in Africa, ora di 4,64, sia destinato a scendere di molto (il presupposto delle stime Onu). Quindi nel 2100 gli abitanti della Terra potrebbero essere più di 14 miliardi, con tutte le conseguenze scatenate dall’insufficienza di risorse idriche e alimentari.
«Per le stime sui tassi di fecondità l’Onu si basa sui trend attuali, che sono confortanti. Ma molto dipenderà da ciò che si riuscirà a fare per la pianificazione familiare in Africa» afferma Mencarini, «sinora c’è stata poca attenzione su questo». E decisivo sarà l’impatto ambientale che avrà l’aumento degli abitanti della Terra; gran parte della crescita della popolazione nei prossimi venti anni si verificherà negli Stati che oggi inquinano meno. «L’India, il Paese che entro il 2030 diventerà il più popoloso al mondo, per ora inquina molto poco», meno di due tonnellate di CO2 per abitante l’anno, contro le 20 di americani e australiani. Quindi, precisa Mencarini «quello che succederà all’ambiente sarà legato ai modelli di sviluppo che si affermeranno».


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