mercoledì 29 febbraio 2012

Foto con spagnoli

POSTATO dal prof d’italiano:

Ricevo dalla Spagna queste foto e le posto per tutti:





domenica 26 febbraio 2012

La Babele nella testa

POSTATO dal prof d’italiano:

A chi è interessato alle lingue straniere, e ancor più a chi non ne è interessato, questo articolo apparso su la Repubblica il 23 febbraio 2012:
La Babele nella testa
Di Maria Novella De Luca
Sono affamati di lingue e di linguaggi, così come di contatti e di connessioni. Se non parli sei fuori, e non c'è traduzione su Google che possa aiutarti. Dagli iperpoliglotti in grado di imparare anche 18 lingue diverse, ai minipoliglotti che conoscono perfettamente due idiomi stranieri, il mondo dei giovani e dei giovanissimi, ma anche dei migranti e dei lavoratori globetrotter, sta riscrivendo le regole della comunicazione mondiale.
Una torre di Babele al contrario, dove le lingue si incrociano, si fondono, ma alla fine, questo è il risultato, ci si capisce e comprende sempre di più. È stata la Bbc a rilanciare nei giorni scorsi il tema del crossover linguistico, partendo dal libro di Michael Erard, Babel no more in cui lo studioso americano racconta le storie di alcuni (incredibili) e autodidatti poliglotti, capaci di parlare e comprendere trai 15 e i 18 idiomi.
Eccezioni a parte, il multilinguismo sembra essere diventato un bisogno primario delle nuove generazioni: il 67% dei polacchi e il 64% dei francesi contro il 48% dei tedeschi e il 43% degli italiani afferma di parlare (bene) altre due lingue oltre la propria. E in questo spiccano in Italia, come altrove, i "2G", ossia gli immigrati di seconda generazione, nati qui o arrivati da piccolissimi, ma da sempre esposti a doppi o tripli linguaggi. Una mescolanza che oggi fa registrare 7mila idiomi diversi nel mondo, ma destinata nell'arco del prossimo mezzo secolo ad assottigliarsi, se è vero che il 90% delle lingue viene parlato "soltanto" da gruppi inferiori alle centomila persone e circa 2.500 sarebbero a rischio di estinzione. Ma esistono delle caratteristiche culturali, ambientali, fisiche e neurologiche che permettono ad alcuni di raggiungere livelli eccelsi, mentre altri arrancano tutta la vita cercando di raggiungere un semplice "inglese scolastico"? Nel suo libro Michael Erard parla espressamente di un "hardware" neurologico speciale di cui sarebbero dotati i poliglotti da lui intervistati, insomma un "dono" di natura insieme a una vita vagabonda e a mestieri che li hanno obbligati a imparare sempre nuove lingue.
Andrea Moro, professore ordinario di Linguistica generale alla Scuola Superiore Universitaria Iuss di Pavia, allarga il tema e afferma che «possiamo spiegare con delle precise ricerche scientifiche quante lingue il cervello umano può imparare, quali sono quelle che metabolizza davvero e quali invece si aggrappano semplicemente alla nostra memoria». Una tesi anticipata nel suo libro I confini di Babele, nel quale non ipotizza affatto una fine della "torre" degli idiomi così come la descrive la Genesi, ma ne traccia i confini. Precisando che tutto inizia nella prima infanzia e si conclude nella pubertà, indicazione (impietosa) che non lascia dubbi su quanto si dovrebbe investire a livello scolastico sullo studio delle lingue.
Mentre invece, come sottolinea Linda Rossi Holden, docente di Didattica della lingua inglese all'Università di Modena e Reggio Emilia, «oggi in Italia, nonostante il bisogno di conoscenza di lingue straniere, il livello di insegnamento resta basso e le lingue riescono a impararle soltanto i ragazzi sostenuti economicamente dalle famiglie». E bisogna imparare a decifrare le sigle dei livelli linguistici europei per capire quando sia grande il problema dei giovani italiani, che nel 44% dei casi si presentano all'Università o peggio nel mondo del lavoro con un semplice inglese "scolastico".
Spiega Andrea Moro: «Fino alla pubertà le lingue si apprendono spontaneamente, passato questo periodo il cervello perde quella straordinaria plasticità e si devono utilizzare altri strumenti, ad esempio la memoria. Questo non vuol dire che passata l'età giovanile non si riescano più a imparare le lingue, ma i percorsi neurologici diventano meno automatici e facili. E uno dei motivi per cui gli italiani non parlano bene gli idiomi stranieri è proprio perché questi non vengono insegnati fin dall'infanzia». Ma Moro si spinge più in là: «Nel libro I confini di Babele quel che racconto è un esperimento fatto per capire come il cervello impara la lingue. Abbiamo osservato, attraverso la risonanza magnetica, quali aree venivano attivate a seconda degli stimoli linguistici forniti. E abbiamo visto che mentre con parole e frasi costruite in modo tradizionale, attraverso la sintassi, il cervello rispondeva incamerando e metabolizzando i contenuti, se fornivamo una lingua inventata, assurda, la risposta era diversa, come se quelle parole non venissero recepite. Questo per dire che il nostro cervello non può incamerare un numero infinito di lingue, ma c'è un confine».
Lo stesso Erard infatti, attraverso le interviste ai super-poliglotti riportate nel suo libro, parla di un limite, 10-11 lingue che si possono imparare alla perfezione, mentre tutto il resto fa parte delle cosiddette "conversazioni di sopravvivenza". Passando però dagli esperimenti alla vita di tutti i giorni, quello che emerge è che per destreggiarsi nella Babele dei nostri giorni, bisogna saper parlare, leggere e scrivere in due o più idiomi, a cominciare, e non c'è scampo, dall'inglese. Così infatti ha pensato Letizia Quaranta, giovane mamma poliglotta, che riapprodata in Italia dopo un po' di viaggi all'estero, ha deciso non solo di far crescere suo figlio bilingue, ma di condividere questo esperimento con chiunque fosse interessato a far imparare le lingue ai bambini fin dalla culla. Bambini che saranno cittadini del mondo. Ne sono nati un blog e un sito di successo Bilingue per gioco, dove attraverso un corso appositamente chiamato "Learn with mummy", si insegna ai più piccoli l'inglese fin dalla culla. Se conosci una lingua vivi una vita sola, se conosci più lingue vivi tante vite. Lo sanno bene i giovani dell'Erasmus che da più di due decenni girano il mondo per studiare almeno un anno in una Università straniera, tornando in Italia spesso con la consapevolezza, racconta Antonella, 21 anni, nel suo blog, che non appena presa la laurea bisogna andare via. «Negli ultimi anni - ammette con amarezza Linda Rossi Holden - i tagli di insegnanti e di ore hanno impoverito ancora di più l'insegnamento delle lingue nella scuola. Ma è tutta la società italiana refrattaria ad aprirsi alla cultura del multilinguismo: non esistono programmi sottotitolati, trasmissioni in lingua madre. Ricordatevi gli albanesi quando arrivarono in Italia: molti di loro già parlavano e bene l'italiano perché per anni avevano visto la nostra televisione».

sabato 25 febbraio 2012

BUON COMPLEANNO

Postato da France

Happy birthday Massa for tomorrow, this is the cake for you! (=P

compleanno

 postato dalla mascot



il 26 febbraio anche se è domenica, il giorno prima  massa ha portato da mangiare ai suoi fedeli compagni di classe ciao!!!!

venerdì 24 febbraio 2012

corso di scacchi esercizio 4

POSTATO DA FRIZZY BUSS E PROF. MATUOZZO 


Ecco a voi un altro esercizio per  allenarvi con gli scacchi



Inviate la soluzioni alla mail: scacchistinoi@libero.it

mercoledì 22 febbraio 2012

Per chi andrà a Madrid (y por todos)

POSTATO dal prof d’italiano:

Dedico ai ragazzi che andranno a Madrid (e anche agli altri), come preparazione psicologica e culturale al viaggio, queste 3 famosissime canzoni in lingua spagnola (scritte però da compositori messicani).

La prima è una delle mie canzoni preferite tra tutte quelle esistenti: è stata scritta nel 1940 dalla compositrice messicana Consuelo Velázquez e nel 1999 è stata riconosciuta come la canzone in lingua spagnola più cantata e registrata al mondo; si intitola “Besame mucho” e, se clicchi sul link, puoi ascoltarla nella versione di Andrea Bocelli


Ecco il testo (che potete “divertirvi” a tradurre)

Bésame, bésame mucho
Como si fuera esta noche
La última vez
Bésame, bésame mucho
Que tengo miedo a perderte
Perderte después

Bésame, bésame mucho
Como si fuera esta noche
La última vez
Bésame, bésame mucho
Que tengo miedo a perderte
Perderte después

Quiero tenerte muy cerca
Mirarme en tus ojos
Verte junto a mi
Piensa que tal ves mañana
Yo ya estaré lejos
Muy lejos de ti

Bésame, bésame mucho
Como si fuera esta noche
La última vez
Bésame, bésame mucho
Que tengo miedo a perderte
Perderte después


La seconda è stata scritta addirittura nel 1882 da Quirino Mendoza y Cortés e, pur essendo molto messicana nel ritmo, è una canzone popolarissima anche in Spagna. Delle tante versioni che si trovano su youtube, ho scelto questa, perché ha un video molto simpatico (e peccato che sia una pubblicità della Banca del Messico):

Il testo che ho trovato è un po’ diverso da quello che potete ascoltare nel video:

De la Sierra Morena,
Cielito lindo, vienen bajando,
Un par de ojitos negros,
Cielito lindo, de contrabando.

Ay, ay, ay, ay,
Canta y no llores,
Porque cantando se alegran,
Cielito lindo, los corazones.

De tu casa a la mía,
Cielito lindo, no hay más que un paso,
Antes que venga tu madre,
Cielito lindo, dame un abrazo.


Ay, ay, ay, ay,
Canta y no llores,
Porque cantando se alegran,
Cielito lindo, los corazones.


La terza è la celeberrima “Granada”, composta da Agustín Lara, un messicano autore di numerose canzoni dedicate a varie città spagnole, apprezzato anche dal dittatore Francisco Franco, che gli regalò una villa meravigliosa proprio a Granada.
Ascoltala nella versione del tenore peruviano Juan Diego Florez:
http://youtu.be/C2HVAL1MRJE

Il testo della canzone:

Granada, tierra soñada por mi
Mi cantar se vuelve gitano
Cuando és para ti
Mi cantar, hecho de fantasia
Mi cantar, flor de melancolia
Que yo te vengo a dar

Granada, tierra ensangrentada en tardes de toros
Mujer que conserva el embrujo de los ojos moros
De sueño rebelde y gitana cubierta de flores
Y beso tu boca de grana jugosa manzana
Que me habla de amores

Granada, Manola cantada en coplas preciosas
No tengo otra cosa que darte que un ramo de rosas
De rosas de suave fragancia
Que le dieran marco a la Virgen morena

Granada, tu tierra esta llena
De lindas mujeres, de sangre y de sol


domenica 19 febbraio 2012

whitney houston

Postato da Buss



Cari amici pochi giorni fa è morta la favolosa cantante Whitney Houston dalla voce e dalla bellezza spettacolari.

Queste sono 2 sue foto recenti:



Questa invece è lei da giovane (intorno ai 17-18 anni)

questa è una delle sue prime canzoni :I Wanna dance with somebody

Aggiunto da Marta D. 

Volevo postare la sua più famosa canzone cioè I WILL ALWAYS LOVE YOU http://youtu.be/H9nPf7w7pDI
ERI MITICA PERCHE' LO FACEVI???

ADDIO WHITNEY HOUSTON 

venerdì 17 febbraio 2012

2 poesie comico-realistiche

POSTATO dal prof d’italiano:

A proposito della poesia comico-realistica, vi faccio leggere 2 altre poesie, oltre alla famosa “S’i fosse foco” che c’è nell’antologia.

La prima è dello stesso Cecco Angiolieri ed è un sonetto:

Tre cose solamente mi so’ in grado,
le quali posso non ben ben fornire,
cioè la donna, la taverna e ‘l dado:
queste mi fanno ‘l cuor lieto sentire.

Ma sí-mme le convene usar di rado,
ché la mie borsa mi mett’al mentire;
e quando mi sovien, tutto mi sbrado,
ch’i’ perdo per moneta ‘l mie disire.

E dico: «Dato li sia d’una lancia!»,
ciò a mi’ padre, che-mmi tien sì magro,
che tornare’ senza logro di Francia.

Ché fora a tôrli un dinaro più agro,
la man di Pasqua che-ssi dà la mancia,
che far pigliar la gru ad un bozzagro.

PARAFRASI:
Tre cose solamente mi sono gradite, le quali non posso procurarmi nella quantità desiderata, cioè le donne, l’osteria e il gioco: queste mi fanno sentire il cuore lieto.
Ma sono costretto a godermele raramente, perché la mia borsa [il mio portafoglio] mi smentisce [cioè non mi permette di averle]; e quando me ne ricordo, vado su tutte le furie, perché per mancanza di denaro perdo ciò che desidero.
E dico: «Venga trafitto da una lancia!», ciò lo dico a mio padre, che mi tiene così magro [cioè non mi dà soldi], che tornerei senza dimagramento anche dalla Francia [cioè per fame tornerei anche da lontano, pur di avere ciò che voglio].
Perché sarebbe più difficile togliere un soldo [a mio padre], anche se fosse la mattina di Pasqua quando si dà la mancia, che far catturare una gru a una poiana [è impossibile che una poiana possa catturare una gru, visto che quest’ultima è più grossa e veloce della prima].

La seconda è di Rustico Filippi ed è sempre un sonetto: è una poesia piuttosto “violenta”, che rientra in una tradizione goliardica, risalente sia alla età classica che a quella medievale, improntata a una esasperata misoginia [probabilmente il termine “misoginia” è ignoto ai miei alunni; cercatene il significato nel dizionario]

Dovunque vai conteco porti il cesso,
oi buggeressa vecchia puzzolente,
che quale-unque persona ti sta presso
si tura il naso e fugge immantinente.

Li dent’i-le gengíe tue ménar gresso,
ché li taseva l’alito putente;
le selle paion legna d’alcipresso
inver’ lo tuo fragor, tant’è repente.

Ch’e’ par che s’apran mille monimenta
quand’apri il ceffo: perché non ti spolpe
o ti rinchiude, sì ch’om non ti senta?

Però che tutto ‘l mondo ti paventa:
in corpo credo figlinti le volpe,
ta-lezzo n’esce fuor, sozza giomenta.

PARAFRASI:
Dovunque vai porti con te il cesso, o sudiciona vecchia puzzolente, che qualunque persona ti sta vicino si tura il naso e fugge immediatamente.
I denti producono tartaro nelle tue gengive, perché li intasa l’alito puzzolente; i sedili per i bisogni corporali sembrano fatti di legno di cipresso [che è profumato] in confronto alla tua puzza, tanto è violenta.
Che sembra che si aprano mille sepolcri quando apri il muso [la bocca]: perché non crepi o non ti rinchiudi, cosicché nessuno ti senta?
Infatti tutto il mondo ti teme: credo che le volpi ti partoriscano in corpo [e dunque puzzi come una tana di volpi], tale è la puzza che esce da te, sporca vacca.

Per concludere questo approfondimento sulla poesia del ‘200, che stiamo studiando in classe, ascoltatevi – se già non la conoscete – la canzone di Fabrizio De Andrè che ha il testo di Cecco Angiolieri, andando su questo link:

Giacomo da Lentini: Molti amadori la loro malatia

POSTATO dal prof d’italiano:

La nostra antologia non ha alcuna poesia della Scuola siciliana; eccone qui una (si tratta di un sonetto), di Giacomo da Lentini.

Molti amadori la lor malatia
portano in core, che ‘n vista non pare;
ed io non posso sì celar la mia,
ch’ella non paia per lo mio penare:

però che son sotto altrui segnoria,
né di meve nonnò neiente a-ffare,
se non quanto madonna mia voria,
ch’ella mi pote morte e vita dare.

Su’ è lo core e suo son tutto quanto,
e chi non à consiglio da suo cuore,
non vive infra la gente como deve;

cad io non sono mio né più né tanto,
se non quanto madonna è de mi fore
ed uno poco di spirito è ‘n meve.

PARAFRASI:
Molti innamorati portano in cuore la loro malattia [cioè l’amore], tanto che non appare alla vista [non si vede]; eppure io non posso nascondere la mia, in modo che essa non si veda a causa del mio soffrire:
perché sono sotto la signoria altrui [cioè sono sottomesso alla mia signora, alla mia donna], e non posso per niente disporre di me, se non quanto la mia donna vuole, ché ella mi può dare morte e vita.
Suo è il mio cuore e suo sono tutto quanto, e chi non ha consiglio dal proprio cuore, non vive come si deve in mezzo alla gente;
ché io non sono mio né più né tanto, se non quando la mia donna è fuori di me [cioè io non penso a lei] e in me c’è un poco di spirito.

mercoledì 15 febbraio 2012

corso di scacchi esercizio 3

Postato da Buss Frizzy e prof. Matuozzo
questo è un nuovo esercizio per allenare la vostra destrezza con gli scacchi!

inviare la soluzione alla mail: scacchistinoi@libero.it

martedì 14 febbraio 2012

teatrino d'Inglese

POSTAO DA FRIZZY 








ciao ciao spagnoli !!

POSTATO DA FRIZZY 


Ragazzi quanti pianti oggi ??  bhe' io dico e' solo una delle tante avventure !!! dai ragazzi che fra poco andate voi da loro e' bellissimo dai :)

sabato 11 febbraio 2012

CLOSE TO YOU ( PER IL PROF STECCA)

http://youtu.be/KcXAbs3EXDs          POSTATO DA FRIZZY 


Perché gli ucceli appaiono improvvisamente
Ogni volta che tu sei vicino? 
Proprio come me, desiderano starti Vicino







Perché le stelle cadono dal cielo 
Ogni volta che cammini vicino? 
Proprio come me, desiderano starti Vicino







(*)Nel giorno quando sei nato 
Gli angeli si sono riuniti e hanno deciso
Di fare in modo che un sogno diventa realtà
Cosi hanno sparso polvere di luna nei tuoi capelli dorati
E luce di stella nei tuoi occhi blu 







(**) Questa é la ragione perché tutte le ragazze della città
Ti seguono ovunque
Proprio come me, desiderano starti Accanto 



STREPITOSA VERSIONE DI MARIO BIONDI LA CANZONE IN REALTA' E' DI BACHARACH !

STECCA NON MI DICA CHE NN LE PIACE ...  OGGI SONO ROMANTICO !!! <3

il laboratorio di scacchi






alcune foto fatte in classe o alla fermata dell'autobus

 MATTIA NON SI RIDE DURANTE LE LEZIONI
 IL PROF CERCA DI CAPIRE QUALCOSASA
postato da frizzy

SCACCHI PER IL PROF. MATUOZZO

POSTATO DA FRIZZY E BUSS


venerdì 10 febbraio 2012

gita in provincia

postato da Buss

cari amici queste sono delle foto della gita in provincia!!

 i nostri consiglieri



 la nostra super guida
 il nostro traduttore
 la prof Trevisin
 il nostro assessore

 il nostro presidente
 la nostra giunta comunale








VENEZIA

Postato da Buss

cari compagni guardate la mitica venezia e gli Spagnoli!: