sabato 17 marzo 2012

La bicicletta di Giovanni Pascoli


  • La bicicletta

  •  


  • I
    Mi parve d'udir nella siepe
    la sveglia d'un querulo implume.
    Un attimo . . .Intesi lo
    strepere cupo del fiume.
    Mi parve di scorgere un mare
    dorato di tremule messi.
    Un battito . . . Vidi un filare
    di neri cipressi.
    Mi parve di fendere il pianto
    d'un lungo corteo di dolore.
    Un palpito . . . M'erano accanto
    le nozze e l'amore.
    dlin . . . dlin . . .

    II
    Ancora echeggiavano i gridi
    dell'innominabile folla;
    che udivo stridire gli acrìdi
    su l'umida zolla.
    Mi disse parole sue brevi
    qualcuno che arava nel piano:
    tu, quando risposi, tenevi
    la falce alla mano.
    Io dissi un'alata parola,
    fuggevole vergine, a te;
    la intese una vecchia che sola
    parlava con sè.
    dlin . . . dlin . . .

    III
    Mia terra, mia labile strada,
    sei tu che trascorri o son io ?
    Che importa? Ch'io venga o tu vada,
    non è che un addio!
    Ma bello è quest'impeto d'ala,
    ma grata è l'ebbrezza del giorno.
    Pur dolce è il riposo . . . Già cala
    la notte: io ritorno.
    La piccola lampada brilla
    per mezzo all'oscura città.
    Più lenta la piccola squilla
    dà un palpito, e va. . .
    dlin...dlin...

  • postato da Jacopo
    Giovanni Pascoli
    Fotoscoli

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