sabato 17 novembre 2012

La radio digitale

POSTATO dal prof d’italiano:

Sta per arrivare una rivoluzione nel mondo della radio (e non mi riferisco alla radio della scuola): per saperne di più, leggete questo articolo pubblicato da la Repubblica il 13 novembre 2012.

Addio alla vecchia Fm
la radio diventa digitale

di Ernesto Assante
LA RIVOLUZIONE digitale sta per arrivare anche nelle nostre radio: tra poche settimane il Trentino sarà la prima "area digitale radiofonica" italiana nella quale invece che attraverso la ormai classica "modulazione di frequenza" (l' Fm con la quale ascoltiamo quotidianamente le nostre emittenti preferite) la radio si ascolterà attraverso il Dab, il digital audio broadcast. È l’inizio di un percorso che, contemporaneamente a quello che sta accadendo in tutta Europa - dove le trasmissioni Dab sono iniziate da qualche tempo - porterà la radio digitale anche nel nostro Paese, così com'è accaduto per la tv. «Finalmente il digitale radiofonico dopo l'Europa arriva definitivamente in Italia grazie all'impegno di un gruppo di importanti editori radiofonici privati nazionali», ha detto Fabrizio Guidi, presidente del Club Dab Italia, società formata da alcune delle più importanti realtà radiofoniche private nazionali (Radio DeeJay, Radio Capital, M2o, R101, Rds, Radio 24, Radio Radicale e Radio Maria) e che ha già ottenuto il nulla osta per l'avvio della realizzazione della prima rete nazionale in tecnica digitale. Cosa cambierà per noi ascoltatori? Innanzitutto gli oggetti attraverso i quali ascolteremo la radio, i ricevitori. Quelli attuali, analogici, ricevono i segnali dell' Am e soprattutto dell' Fm. Quelli nuovi saranno, invece, in grado di catturare anche i segnali digitali. Il cambiamento consentirà di ricevere le trasmissioni delle emittenti senza alcuna interferenza, con una qualità audio pari a quella di un cd. Il che, considerando che oggi circa il 70 per cento dell'ascolto radiofonico avviene in mobilità (soprattutto in auto), e che la frequenza delle radio Dab resta stabile e non cambia con il movimento, è decisamente un grande passo avanti. Oltretutto, la trasmissione digitale consente di mandare ai ricevitori altri dati, testi e immagini, trasformandola in una "visual radio" che, soprattutto per le informazioni sul traffico, può essere uno strumento particolarmente utile in auto. «Il fatto che questo "futuro digitale" cominci solo ora la dice lunga su quanto la radio venga considerata il parente povero del mondo della comunicazione», tiene a sottolineare Linus, direttore di Radio DeeJay. «Questa rivoluzione è stata affrontata dai legislatori con un po' di pigrizia. Per fare un paragone, è come se la tv fosse ancora rimasta ai tempi della videocassetta». Ma le cose cambiano in fretta e, oltre all'inizio ufficiale delle trasmissioni digitali in Trentino, la radio in realtà vive già nell'era elettronica attraverso altri sistemi, dal satellite a Internet. «È vero, le nuove auto hanno l'ingresso per collegare Internet con una chiavetta, o l' iPhone all'autoradio, ma non è ancora abbastanza, ed è fondamentale che quest'ultima trasformazione avvenga presto: non possiamo perdere un treno che sarebbe molto importante per tutti», dice ancora Linus. In Trentino, intanto, la radio trasforma il proprio segnale in bit, quello delle emittenti del Club Dab e quello di due consorzi con tutte le principali emittenti locali, ricevibili con nuovi apparecchi. Apparecchi touch, con il Bluetooth per collegare i cellulari o i lettori mp3, e che consentono anche di ascoltare ancora la "vecchia" Fm. Insomma, la radio si aggiorna e inizia il suo cammino verso una nuova era, senza invecchiare mai: «È una cosa che dico sempre quando ogni tanto vedo attaccare i manifesti funebri per la radio, sempre sul punto di "essere sostituita" da qualcosa di nuovo», conclude Linus. «La gente sovrappone l'immagine dell' apparecchio al prodotto, che invece è impalpabile e può essere infilato in qualsiasi terminale. La radio la puoi miniaturizzare e inserire nel cellulare o in un tablet, in un computer o in una tv, per cui sopravviverà di certo. Si trasformerà ancora, diventerà modernissima e digitale, sopravviverà a noi e anche ai nostri nipoti...».

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