martedì 30 ottobre 2012

Votare o non votare? Questo è il problema!

POSTATO dal prof d’italiano:

L’articolo 48 della Costituzione italiana dice, tra l’altro:
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
Cosa significa che il voto è un dovere civico? Significa che per chi non va a votare è prevista una annotazione, priva di conseguenze pratiche, sul certificato di buona condotta dell’omessa partecipazione al voto nelle elezioni politiche: ma questo adempimento è, nella prassi, caduto in desuetudine.
Attualmente è in aumento il numero degli italiani che non vanno a votare: nelle elezioni di domenica scorsa in Sicilia addirittura il 53% non è andato a votare. È un bene o un male? A ciascuno la propria risposta. Io trovo molto interessante ciò che ha scritto in proposito Michele Serra su la Repubblica di oggi, 30 ottobre 2012. Vi invito a leggere la sua opinione.

La maggioranza dei siciliani non è andata a votare, ma sarà ugualmente governata. Da un governo di altri, eletto da altri. Se il proposito di chi non vota è tirare una bordata alla politica, depotenziarla, dequalificarla, il risultato è (sempre) l’esatto contrario: nei suoi nuovi confini, più ristretti, la politica può ugualmente sommare i voti che le restano dentro il cerchio magico del cento per cento. Chi è andato a votare, per quanto minoranza, pesa come una totalità. E chi non ha votato, per quanto maggioranza assoluta, pesa meno della più insignificante delle listerelle del nostro comicissimo paese (per fare solo tre nomi Popolo dei Forconi, Piazza Pulita e Sturzo Presidente). Di peggio, nel bilancio di chi non vota, si può aggiungere questo: che grazie all’astensione di massa, per vincere e per governare bastano meno voti, sempre meno voti. Lo stesso numero di voti che non erano sufficienti, pochi anni fa, per arrivare secondi o terzi, oggi bastano per vincere. Ovviamente chi non va a votare ha le sue rispettabili ragioni, e il diritto di non farlo. Ma perde il diritto di lamentarsi per quanto accadrà, e acquisisce il dovere di tacere e subire, perché ha taciuto e subito nel giorno delle elezioni.

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