venerdì 19 ottobre 2012

Premio Nobel per la pace all'Unione Europea

POSTATO dal prof d’italiano
Leggete questo articolo (parziale) pubblicato su la Repubblica il 14 ottobre 2012.

IL LASCITO DI NAPOLITANO PER SVEGLIARE L' ITALIA
Di Eugenio Scalfari
Secondo alcuni (molti) l'Unione europea sta per affondare, questione di mesi se non addirittura di settimane. Secondo la giuria norvegese del premio l'Unione merita invece il Nobel per la pace, la guerra infatti è scomparsa dall' Europa ormai da sessant'anni, un periodo di pace così lungo non c'è mai stato nel nostro continente dai tempi di Ottaviano Augusto e scusate se è poco. In realtà la gente di questa grande conquista che è la pace non se n'è neanche accorta. Probabilmente perché gran parte di quelli che avevano dieci anni nel 1939 sono morti e gli europei di oggi la guerra la conoscono soltanto attraverso i film e gli effetti speciali della televisione. Dell'Europa però conosciamo bene i guai economici, i discordi interessi tra le nazioni e tra le classi sociali, la disperazione, il lavoro precario, le speranze perdute, le diseguaglianze crescenti, l'incertezza dei diritti, il malaffare dilagante, la politica sfiduciata, le istituzioni inquinate dalla corruzione. Il premio Nobel ad un' Unione europea che è vista e vissuta in questo modo da una parte cospicua e forse dalla maggioranza dei suoi abitanti, sembra dunque una presa in giro o una buffonata o un' ipocrisia. Eppure... Eppure centinaia di migliaia di persone rischiano ogni anno la vita per arrivarci, per trovarvi un lavoro e metterci su casa e lasciano dietro di loro una tragica scia di morti pur di fuggire dall'inferno in cui vivono. Scappano dall'Africa, scappano dall'Oriente vicino e lontano, attraversano deserti, montagne, mari tempestosi pur di toccare terra sulle nostre coste. Sono già milioni e gli studiosi che esplorano il futuro ci dicono che tra cinquant'anni un terzo degli europei saranno colorati e alla fine del secolo la maggioranza sarà meticcia. Per loro l'Europa è la speranza anche se a molti europei d'oggi sembra piuttosto una terra di desolazione. La verità mai come in questo caso è relativa, ma una cosa è certa: qui da sessant'anni la guerra non c'è stata e i popoli europei vivono pacificamente tra loro, c'è libertà di movimento delle persone, libertà di scambio delle merci, libertà religiosa e politica. L'eguaglianza purtroppo no, è fortemente diminuita; i privilegi sono aumentati, la corruzione è più diffusa, l'egoismo domina la società portando con sé l' indifferenza verso il bene comune. Ma questi lati oscuri che inquinano ed esasperano la vita pubblica del nostro continente non sono una fatalità alla quale è impossibile sfuggire; dipendono da una passività imputabile soltanto a noi stessi. L'Europa è stata la culla della democrazia e del diritto. È stata ed è ancora il continente più ricco del pianeta. Da un secolo in qua ha cominciato a vivere la sua decadenza, via via sempre più accelerata col passare degli anni. Ma se soltanto si svegliasse, se reagisse al declino, se riconquistasse fiducia in sé, se soprattutto capisse che il suo futuro dipende dal sentirsi nazione, nazione europea, popolo europeo, Stato europeo, democrazia europea; se questa rivoluzione avvenisse e fosse il coronamento dei sessant'anni di pace dopo mille anni di guerra durante i quali la pace fu soltanto una serie di brevi tregue per riprendere a scannarsi subito dopo; ebbene, se questo accadesse i nostri giovani potrebbero di nuovo sperare, ma non si aspettino che il dono gli cada dal cielo. Noi adulti, noi anziani, noi vecchi che le guerre le abbiamo ben conosciute dobbiamo aprirgli la strada per quanto è possibile, dobbiamo mettere la nostra esperienza al loro servizio. Dobbiamo raccontargli il passato nel bene e nel male e spingerli a entrare nel futuro. Il Nobel all' Unione europea è questo che deve significare: un augurio e un' esortazione. Voi giovani non lasciatela cadere.

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