lunedì 6 febbraio 2012

I dolori di un bambino

POSTATO dal prof d’italiano:

Ho finito di leggere “I Vicerè” e ora sto leggendo “Il mulino sulla Floss”, un romanzo del 1860 della scrittrice inglese George Eliot. Non solo si sta rivelando molto piacevole, ma vi ho trovato una pagina che mi sembra molto interessante e che voglio condividere con i miei alunni (e i loro genitori; anzi, forse è più adatta a un pubblico adulto che a quello giovanile, ma insomma anche un ragazzo può trovarci di che riflettere). Eccola qui:

“Ah, figliolo, un giorno capirai quali sono i veri problemi per cui angosciarsi” è la consolazione che quasi tutti abbiamo ricevuto nella nostra infanzia, e che, diventati adulti, abbiamo ripetuto ad altri bambini. Abbiamo tutti singhiozzato pietosamente, con le gambine nude e le nostre calzette, quando abbiamo perso di vista la mamma o la balia in un luogo sconosciuto; ma non sappiamo più rammentare l’amarezza di quel momento e commuoverci fino alle lacrime, come facciamo invece nel ricordare i dolori di cinque o dieci anni fa. Ognuno di quegli intensi momenti ha lasciato una traccia e vive ancora in noi, ma tali tracce si sono irreparabilmente dissolte nella trama più solida della nostra giovinezza e maturità; ecco perché possiamo guardare ai dolori dei nostri bambini con un sorriso incredulo per la realtà della loro pena. Chi è capace di rievocare l’esperienza della sua infanzia, e non solo il ricordo di ciò che ha fatto e di ciò che gli è successo, di ciò che gli piaceva o dispiaceva quando portava i calzoni corti o lo scamiciato; ma con profonda capacità di penetrazione, con ridestata consapevolezza di ciò che provava allora, quando passava così tanto tempo tra un giorno di san Giovanni e l’altro? Di ciò che provava quando i suoi compagni di scuola lo escludevano dal gioco perché lui colpiva storto la palla, per pura testardaggine; o in una giornata di pioggia, durante le vacanze, quando non sapeva come divertirsi, e passava dall’ozio alle birichinate, dalle birichinate alle provocazioni, dalle provocazioni alle musonerie; o quando sua madre gli aveva assolutamente negato un abito a code per quel trimestre, anche se tutti i suoi coetanei già l’avevano? Se potessimo rammentare quelle prime amarezze, quelle confuse congetture, quella concezione della vita stranamente priva di prospettive, che rendeva tanto intensa quell’amarezza, non disprezzeremmo i dolori dei nostri bambini.


Pensavo: perché non postate anche voi, almeno ogni tanto, una frase, un brano, una pagina di un libro che vi abbia colpito particolarmente? Lo so che ci vuole un po’ di tempo, ma se lo trovo io….

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