POSTATO dal prof d’italiano:
Se non sapete quale libro leggere (oltre a quelli del gioco del libro) e non l’avete ancora letto, vi consiglio questo classico: “Le avventure di Oliver Twist” di Charles Dickens (di cui, tra l’altro, si ricorderà nel 2012 il secondo centenario della nascita). Nel frattempo leggete anche questo articolo apparso su la Repubblica il 4 dicembre 2011.
Una vecchia edizione del romanzo di Dickens
Quel bimbo rapito che ispirò Dickens
ecco la storia del vero Oliver Twist
di Enrico Franceschini
La storia comincia così: «Ieri un certo Henry Murphy, un nero di circa 60 anni, con un aspetto in cui si mescolano furbizia e ferocia, e suo figlio John, un ragazzo di apparentemente 13 anni, sono comparsi in giudizio, accusati di dare ospitalità a bambini scappati di casa». «Con l'obiettivo -prosegue la storia- di indurli a rubare e a chiedere l'elemosina per loro conto. Il caso ha suscitato enorme interesse». Se vi pare di avere già sentito qualcosa del genere, non sbagliate: la vicenda ricorda "Le avventure di Oliver Twist", il più famoso romanzo di Charles Dickens, che tutti abbiamo letto da giovani o perlomeno visto in una delle sue innumerevoli versioni cinematografiche, televisive, teatrali. Ma forse non è un caso se la storia del libro somiglia a quella di Henry Murphy: quest'ultima, pubblicata nella cronaca nera del Times di Londra il 14 gennaio 1834, sembra essere stata infatti la fonte d'ispirazione dello scrittore. I suoi biografi non hanno dubbi: l'articolo, ora ripescato negli archivi del giornale da un ricercatore, fu probabilmente letto quasi due secoli or sono dallo stesso Dickens, che aveva fatto il giornalista ed era un avido lettore del Times. I particolari simili fra la realtà e la finzione sono troppi per credere a semplici coincidenze. Non tutto è identico : per esempio Murphy, il vecchio imbroglione di cui riferisce il giornale, è un nero, mentre Fagin, il malvagio protagonista del libro, è ebreo. Ma questa scelta, di cui in seguito Dickens in parte si pentì, non impedisce di pensare che la cronaca del quotidiano londinese sia la vera storia di Oliver Twist, il monello diventato sinonimo delle ingiustizie sociali dell'Inghilterra della rivoluzione industriale e il simbolo di tutti i ragazzini dallo spirito ribelle che si cacciano nei guai. L'Oliver della realtà si chiamava Edward Trabshaw, «un bambino di 10 anni dall' aria intelligente», lo descrive il Times. Suo padre era un falegname che lavorava nei sobborghi di Londra. Il 31 dicembre del 1834, scoprendo l'ennesima marachella del figlio, lo punisce costringendolo a vestirsi da femmina, convinto che in questo modo il ragazzino non se ne sarebbe più andato da casa senza permesso. Ma Edward se la svigna anche in quegli abiti inconsueti, cammina e cammina, arriva nei pressi di Piccadilly Circus, all'epoca una zona malfamata, e si mette a giocare a biglie con dei monelli di strada su Regent street. Uno di questi è John, il figlio di Murphy, che si fa raccontare cosa è accaduto e gli offre ospitalità. Lo conduce così in una catapecchia «sporca e scura», dove trova una quindicina di bambine e bambine come lui e dove viene prontamente avvertito che verrà picchiato o ucciso se non diventa un ladruncolo al servizio del vecchio Murphy: una scena che si ritrova quasi parola per parola nel romanzo di Dickens. Nella realtà, un raid della polizia libera Edward e gli altri bambini, portando all'arresto di Murphy padre e figlio, e all'articolo del Times sulla prima udienza del processo. Nella finzione narrativa, Oliver passa attraverso molte altre avventure, prima di essere a sua volta liberato. Ma è verosimile che Dickens avesse preso da questo fatto di cronaca l'idea per il romanzo: «Non me ne meraviglierei», dice Lucinda Dickens Hawksley, una sua pronipote che ha appena pubblicato una nuova biografia, con documenti e foto inedite, in occasione del bicentenario della nascita di quello che è considerato il più grande scrittore inglese dopo Shakespeare, che si celebra l'anno prossimo. Si sa che Dickens cominciò a pensare a "Oliver Twist", sua seconda opera dopo "Il circolo Pickwick", nel dicembre 1833 - e l'articolo del Times appare a metà gennaio del 1834. La popolarità e la modernità di Dickens, del resto, venivano proprio dalla sua capacità di trasportare la vita vera sulle pagine dei libri. Peccato che il Times non dica cosa succede, dopo il processo, al «furbo ma feroce» Murphy e ad Edward, l'Oliver Twist della realtà: magari adesso qualcuno scriverà un romanzo sulla loro storia e racconterà dove sono andati a finire.
Nelle immagini sottostanti alcune illustrazioni di vecchie edizioni di "Le avventure di Oliver Twist", che venne pubblicato a puntate tra il 1837 e il 1839.
Qui sotto un fotogramma dalla versione cinematografica di David Lean del romanzo di Dickens:
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