POSTATO dal prof d’italiano:
Oggi (11-11-11) la Repubblica ha pubblicato nella pagina delle lettere a Corrado Augias questa lettera che trovo molto, molto interessante. Invito i miei alunni a leggerla e a pensarci un po’ su.
Caro Augias, ho 26 anni, sono un tecnico di radiologia. Gli anni del liceo li ho trascorsi senza interessarmi di nulla. Non mi importava niente di storia, filosofia, latino, ma nemmeno di politica o di lingue straniere. La mia vita era aspetto fisico, videogiochi, tv, calcio. Ero superficiale, menefreghista, in sostanza “devoto” agli stereotipi della società dominante. Infatti li ho anche votati. Sui 20 anni, anche a seguito di alcune circostanze familiari, sono lentamente cambiato. La mia indifferenza verso la cultura s’è trasformata, ho capito che esisteva un mondo più profondo. Cultura non solo come “nozioni” (anche quelle, certo) ma come visione del mondo. Ho capito che i regimi autoritari traggono linfa dall’ignoranza (in senso tecnico) della maggior parte delle persone. Ho amato Pasolini, era convinto che le persone più autentiche appartenessero o alle élite intellettuali o agli “ignoranti” che però possedevano la volontà di “modificare i rapporti umani e culturali”. Non sono bene perché le confido questa mia esperienza. È che sono contento che un giovane ottuso, viziato e spento come ero, possa accorgersi dell’enorme potenziale che c’è nell’aprire gli occhi e scoprire l’Italia e gli italiani, gli amici, le città, l’ambiente. È un percorso dal quale non si torna più indietro. Così almeno credo, e spero
Lorenzo Repetto – repettolorenzo@virgilio.it
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