venerdì 25 maggio 2012

ACQUAMARINE

POSTATO DA ALESSANDRA

Venderì 25 Maggio su la5 hanno proiettato un film chiamato acquamarine.   ^_^
Aquamarine è una commedia fantasy adolescenziale del 2006, con protagonisti la cantante JoJo, Emma Roberts e Sara Paxton. Il film è stato distribuito nel 2006 ed è vagamente basato sul libro per bambini "Aquamarine" di Alice Hoffman, e diretto da Elizabeth Allen in Australia e negli Stati Uniti.
In Italia il film è uscito il 19 maggio 2006,

mercoledì 23 maggio 2012

Il gioco più difficile del mondo

POSTATO DA ALESSANDRA:
Trovato grazie a ELIA LORENZETTO

 
Questo è il gioco più difficile del mondo (nel mio caso sono arrivata al 5° livello e non ce l'ho più fatta); questo è il link;




......^_^!


martedì 22 maggio 2012

EDOARDO BENNATO

POSTATO DA ALESSANDRA

Edoardo Bennato (Napoli, 23 luglio 1946[1]) è un cantautore, chitarrista e armonicista italiano.
È ritenuto da molti critici e musicisti uno dei più grandi rocker italiani.


questa(la mia preferita) si chiama l'isola che non c'è <3
http://www.youtube.com/watch?v=hL8JaSH9EP8


^_^!

domenica 20 maggio 2012

Il Golden Gate Bridge di San Francisco

POSTATO dal prof d’italiano:

In preparazione alla geografia e alla storia dell’anno prossimo, potete leggere questo articolo (pubblicato da la Repubblica il 13 maggio 2012) su uno dei simboli più noti degli Stati Uniti d’America.
Un ponte contro la Depressione - l'America celebra il Golden Gate
di Federico Rampini


SAN FRANCISCO - La Frommer's Guide lo definisce «il ponte più fotografato del mondo». Di certo è il più amato dal cinema, appare in decine di cult-movie che vanno da Hitchock ("La donna che visse due volte") a "Il laureato", "Superman", "Basic Instinct" e l'ultimo "Pianeta delle scimmie". Ha il record tragico dei suicidi: oltre 1.300, uno ogni due settimane. Arrivato a 75 anni il Golden Gate bridge si riscopre la vocazione del simbolo politico.
Icona di una battaglia ideologica attualissima. È la più magnifica delle grandi opere infrastrutturali con cui il New Deal di Franklin Delano Roosevelt volle combattere la Depressione degli anni Trenta. Oggi la rete tv più "obamiana", la Msnbc, in una campagna di pubblicità-progresso invoca «il ritorno allo spirito di quell'America, che aveva grandi sogni e grandi progetti collettivi, per il bene comune». Il premio Nobel dell'economia Paul Krugman nel suo nuovo libro ("Fuori da questa crisi, adesso" che uscirà da Garzanti a fine mese) indica come combattere la disoccupazione: rilanciando subito gli investimenti in opere pubbliche. È il modello Golden Gate, contro Mitt Romney e la destra che hanno il progetto opposto: continuare il cantiere neoconservatore di smantellamento di ogni intervento pubblico. Keynes contro Von Hayek, la spesa pubblica anti-recessiva contro il liberismo neoclassico: lo scontro tra le due visioni del mondo viene messo in scena in quest'angolo meraviglioso della baia di San Francisco, la porta dell'oceano Pacifico.
Non è un caso se la città più progressista d'America, quella che ama definirsi capitale della Left Coast (la costa "di sinistra", anziché "occidentale"), lavora da mesi per organizzare una grande festa popolare il 27 maggio, giorno del 75esimo compleanno. Gli organizzatori si attendono un tale afflusso di massa che quella domenica dovranno chiudere il ponte ai pedoni: rischia di arrivare un milione di persone e la struttura non reggerebbe il peso.
La storia di questa icona è un pezzo di biografia della nazione americana. Ed è ricca di sorprese.
Il ponte era bianco quando lo attraversò Dustin Hoffman al volante dell'Alfa Duetto ne "Il laureato": il colore rosso è uno strato di antiruggine applicato durante un lavoro di manutenzione, piacque tanto da diventare definitivo.
La costruzione del Golden Gate era "nei cassetti" dell'amministrazione pubblica prima ancora che Roosevelt s'insediasse alla Casa Bianca. Rischiava di rimanere nel libro dei sogni, a causa del crac del 1929 che aveva depauperato il paese. Fu merito del banchiere italo-americano Amedeo Giannini (fondatore della Bank of America) se nel 1932 si riuscirono a collocare i primi bond per il suo finanziamento. E di altri italo-americani è costellata la sua storia. L'operaio Jack Balestreri presente all'apertura del cantiere il 5 gennaio 1933, è stato l'ultimo a sopravvivere, fino al mese scorso. Il sindaco di San Francisco che tagliò il nastro all'inaugurazione il 27 maggio 1937 era Angelo Rossi. A quell'epoca con i suoi 2,7 km di lunghezza e 227 metri d'altezza era il più grande ponte sospeso del mondo. L'American Society of Civil Engineering continua a considerarlo «una delle otto meraviglie del mondo moderno». Se non fu Roosevelt a "inventarlo", ne fece però una potente rappresentazione dell'era che si apriva con la sua presidenza. La fine del laissez-faire [letteralmente “lasciate fare”; è una massima adottata dai liberisti del XVIII secolo, per indicare che non volevano alcuna restrizione all’attività economica. Più in generale, si usa anche per indicare la tendenza a non porre vincoli a qualsiasi attività o desiderio umano – nota del prof]. L'abbandono dell'illusione che i mercati possano autoregolarsi e ritrovare un equilibrio di crescita dopo le crisi. L'intuito politico di Roosevelt coincideva con la teoria dell'economista britannico John Maynard Keynes: gli investimenti pubblici sono indispensabili per colmare un vuoto di domanda, quando le imprese sono sfiduciate e la disoccupazione di massa deprime il potere d'acquisto. Un dibattito al centro della battaglia tra Obama e Romney. È su questa "scelta di modello" che gli elettori si pronunceranno il 6 novembre. Ed è giusto che la festa del Golden Gate abbia questa coloritura politica.
In effetti, prima della sua costruzione San Francisco soffriva di isolamento, mal collegata con la zona nord della baia (Marin, Sausalito, Tiburon). Il prolungamento della California State 1, la strada panoramica, fu uno dei segnali di una rinascita culturale, tecnologica, economica, per quella che divenne poi la capitale della Silicon Valley. Oggi Obama cerca di convincere l'America che la competizione con le potenze emergenti si gioca anche sulla modernizzazione delle infrastrutture: molte cascano a pezzi.
Il "keynesismo sostenibile" si tinge di verde. E anche qui il Golden Gate è all'avanguardia: uno dei primi ad applicare il "congestion pricing", pedaggi per scoraggiare l'uso dell'auto individuale, dopo avere introdotto la pista ciclabile.


sabato 19 maggio 2012

Un attentato a scuola...

POSTATO  da Eleonora Pavan:
Questa mattina, mentre molti di noi aspettavano il suonare della campanella di inizio delle lezioni  o erano in macchina per venire a scuola, degli studenti come noi vivevano una terribile esperienza che non dimenticheranno mai...
Roma, 19 maggio 2012 - Dolore e sdegno in tutta Italia per l'attentato che questa mattina ha sconvolto Brindisi. Pochi minuti prima delle 8, due, forse tre esplosioni hanno investito gli studenti dell'istituto 'Morvillo-Falcone' provocando la morte di una 16enne ed il ferimento di altri ragazzi, tra cui una 15enne che versa in condizioni gravissime. Al momento non si esclude nessuna pista anche se quella mafiosa sembra essere la più accreditata.
Gli investigatori suppongono che  la scuola sia stata presa di mira per il fatto che l'istituto è intitolato al giudice FALCONE e alla moglie MORVILLO , assassinati dalla mafia; inoltre si aggiunge il fatto che la scuola ha vinto la prima edizione del concorso sulla legalità con il manifesto sotto riportato. 


Questi ragazzi sono un modello di straordinario coraggio, perché a viso aperto hanno ricordato il grande esempio di legalità che sono stati i giudici Falcone e Borsellino nella loro lotta contro la mafia.


E noi cosa possiamo fare per non rendere vani i sacrifici di queste persone?
L'immagine dello spot dell'Istituto

POSTATO dal prof d’italiano:

Aggiungo questo articolo, pubblicato su la Repubblica il 20 maggio 2012:

QUEI QUADERNI BRUCIATI SULL’ASFALTO
di Francesco Merlo

L’unica cosa viva è la ragazza morta in questo Medioriente che ci arriva in casa. Anche le bombole di gas sono l’esplosivo del disperato, l’estetica dei palazzi è da geometra, il paesaggio è la periferia di un Meridione remoto, «il sud del sud dei santi» lo chiamava Carmelo Bene che vi era nato e cresciuto.
E nella folla c’è una telegenica, crudele familiarità col dolore, la collera scontata nel canovaccio dei cori dell’Italia meridionale: «E adesso ammazzateci tutti». Solo i resti per terra sono una semina della modernità: lo zainetto, il quaderno e la scarpa da tennis diventano didascalia e album, dettagli che raccontano e documentano l’eguaglianza dei diversi. Tutte le ragazze del mondo infatti, in Inghilterra come in Pakistan, a Milano come a brindisi indossano gli stessi abiti, annotano gli stessi diari, fanno della fantasia e della creatività una stessa divisa, anche se gli orizzonti e il destino raramente si somigliano. Li avessimo visti sparpagliati per terra senza sapere nulla della bomba, questi frammenti di scuola e questi brandelli di eleganze ci avrebbero comunque procurato un po’ dell’angoscia e della rabbia che proviamo adesso.
La scarpa da tennis numero 36, per esempio, che è il simbolo internazionale della gioventù, della disinvoltura e dell’andare per strada senza fermarsi mai, ora nello spazio che sta davanti alla scuola è un relitto, è il naufragio della vita, è la fine dell’innocenza. E al primo sguardo fanno tenerezza il quaderno bruciacchiato e il diario squadernato, ma poi ti monta dentro un bisogno di giustizia o meglio ancora di spietata vendetta per quei capelli, per l’anello, per la borsa di plastica e per quel foglio d’agenda che vola via. E anche noi come Borges «vediamo gli odori», gli odori di carne bruciata: li «vediamo» perché come lui siamo diventati ciechi e nessuno capisce nulla. Tutte le congetture franano: la mafia, il terrorismo, gli albanesi, i greci, la follia, la passione e c’è ovviamente la retorica che si affaccia qua e là, ma anche quella è un rifugio di vita.
E in quei pezzi di plastica esplosa, in quella giacchetta stropicciata, annerita e bucata c’è la paura che possa accadere ancora, in qualsiasi altro angolo d’Italia: la morte come contagio. Ed è inutile cercare una trama, un tracciato da percorrere con la matita, dagli astucci ai cerchietti per i capelli, dalle cinture alle scatolette piene di rossetti e forbicine. C’è persino una pomata antiacne, e poi forbicine, fazzoletti di carta, panini imbottiti, caramelle e, nel mezzo, la silhouette con quel bianco definitivo che la polizia usa per disegnare i confini dell’assenza. Per terra non c’è la geografia di una fatalità ma di un crimine, c’è l’incubo degli anni di piombo, quelli degli agguati e delle bombe.
E anche i fischi ai politici e al vescovo per una volta sono fuori luoghi. Tutto il rituale funebre e la messa in scena collettiva diventano ostacolo alla ragione e intralcio auto assolutorio dinanzi alla morte di una sedicenne. Al posto dei lumini e dei fiori qui ci vuole l’intelligenza dei reparti speciali e della scientifica, il ritorno e la forza dello Stato. Ma diciamo la verità, nessuno può rimettere in ordine queste atroci rimanenze sull’asfalto. E nessuno potrà mai risarcire le famiglie, la città e lo sguardo di chi ha visto, il nostro sguardo oltraggiato. Oggi anche la scrittura più sincera è retorica, e anche le mie parole sono diventate cieche.


lunedì 14 maggio 2012

Francesco Guccini (per i prof. Stecca e Trevisin)

POSTATO DA ALESSANDRA

Per il Prof. Stecca e per la Professoressa Trevisin: questa canzone è per voi!!!!

http://www.youtube.com/watch?v=76o3AFqIE80

e questa è per tutti!..........
http://www.youtube.com/watch?v=zXwZrlGxaXc

Il tempo delle mele 3

POSTATO DA ALESSANDRA

"Il tempo delle mele 3" (titolo originale, L'ètudiante) è un film commedia romantica francese del 1988, e con protagonisti Sophie Marceau e Vincent Lindon.
Nonostante il titolo con cui il film  è uscito nelle sale italiane, non si tratta di un sequel de Il tempo delle mele (La boum, 1980) e Il tempo delle mele 2 (La boum 2, 1982): il titolo è stato probabilmente ispirato unicamente dalla presenza contemporanea nel film della stessa attrice protagonista (Sophie Marceau) e dello stesso regista degli altri due.


domenica 13 maggio 2012

POSTATO da Niko Buss:

Curiosando nel giornale settimanale "Sportweek" ho notato quest'insolita copertina:

Simone, goditela, chè ora sei famoso!

sabato 12 maggio 2012

le foto di simone

guardate le foto che ho fatto in spagna!!!!

io e Rubèn


lo stadio vicente calderòn

io davanti allo stadio

la meravigliosa famiglia di Rùben

martedì 8 maggio 2012

Servizio fotografico

POSTATO dal prof d’italiano:

Pubblico quanto è emerso dai temi dei ragazzi, in merito alla proposta di “servizio fotografico” del papà di Elia. Le situazioni che si ripetono vengono riportate ogni volta, per misurarne la frequenza (ma la seconda volta le sintetizzo). Al papà di Elia il compito di scegliere i momenti che vuole, anche se non è facile, perché molte situazioni sono (secondo me) infotografabili. Bisognerà decidere per tempo, per convocare gli insegnanti e i genitori coinvolti a tempo opportuno.


Alunno
Situazione in cui immagina se stesso
Situazioni in cui immagina i compagni
Anna
Beccata dal prof mentre chiacchiera e tutti la fissano
ANITA: vestita da hippy
NICOLA: mentre è in ritardo nello scrivere sotto dettatura
ELEONORA: vestita da leghista, mentre fa il dito medio e parla di politica col prof.
MATTEO: in atteggiamento gay abbracciato a Francesco
Nicola
Mentre smonta il carburatore di un motorino durante un’interrogazione (penso di un compagno)
MATTEO: mentre mangia tranci di pizza di nascosto
ELIA: mentre disegna e ritaglia i Griffin
ALESSANDRO: mentre taglia i fili del termosifone
CARLO: mentre la mamma gli porta la merenda per la ricreazione
Nicole
Mentre con Silvia P. e Filippo sporca il collo di Luca
ELEONORA: mentre urla “Bossi!!!”
SIMONE: quando, dopo essere riuscito velocemente a risolvere un esercizio, dice al prof, indicando il proprio sedere: “Baciami il culetto!”
ELIA: mentre smonta e rimonta un vecchio cellulare durante una lezione, o mentre mostra al prof i suoi fumetti stupidi
ANNA: mentre volge le spalle al prof, che le dice che il suo deretano non è un bel vedere
CARLO, ANNA, LETIZIA e DANNY: vestiti come dottori durante l’interrogazione di scienze
SILVIA P: mentre ride alla battuta “Sei Perotto?”
Carlo
Mentre scivola sulle ginocchia con le dita a V dopo una lezione di geometria
SIMONE: Baciami il culetto
ELEONORA: mentre sbatte il pugno sul banco parlando di politica con la prof di storia (Ele è vestita di verde)
JACOPO: quando si è messo a frignare, dopo aver aperto la valvola del termosifone e allagato l’aula
Alessandra
?! situazione incomprensibile
SIMONE: Baciami il culetto
Beatrice
Il terrore nella prima interrogazione con la prof di storia
ANNA: mentre arriva in ritardo, tutti la fissano in silenzio e lei diventa tutta rossa
Elia
Mentre il prof spiega la Divina Commedia e tutti dormono e lui disegna fumetti
NICOLA: con il carburatore
FRANCESCO: mentre ascolta la lezione di musica con la bocca aperta, la bava alla bocca e gli occhi aperti, anche se sta dormendo
Valentina
Mentre mangia creckers nell’ora di musica e pensa ai cavoli suoi
ALESSANDRA: mentre insiste col prof perché vuole andare in biblioteca
Rebecca
Mentre stona suonando il flauto
ALESSANDRA: mentre parla di reggiseni nell’ora di scienze
MATTEO: mentre messaggia col cellulare nell’ora di storia
Francesco
Mentre si nasconde dietro a Niccolò B per non farsi interrogare dal prof di storia
ANNA: in ritardo col fiatone
SIMONE: Baciami il culetto
Marta
Mentre con Valeria e Eleonora finge di essere inglese e beve il tè delle 5
NICOLA: mentre traffica sotto il banco e non ne può più delle compagne sedute vicino a lui
ALESSANDRA: nell’ora di storia rivolge ai compagni continue domande che nessuno capisce
DANNY: con i capelli tinti di bianco nell’ora di artistica
SIMONE: Baciami il culetto
Danny
Mentre con Marta si colorano a vicenda i capelli di bianco
ALESSANDRA: immagina che il prof si sieda su un mazzo di ortiche, dato che la definisce sempre “noiosa come un mazzo di ortiche sulle chiappe”
JACOPO: la valvola del termo
Silvia P
Cosa rispondere alla domanda “6 Perotto?”
SIMONE: Baciami il culetto
SILVIA P, BEATRICE, ELEONORA e VALERIA: mentre fanno le 4 scimmiette
DANNY: coi capelli bianchi
Maddalena
Durante un duello con Eleonora, in ricreazione, per strapparsi gli elastici
SIMONE: chiede di andare in bagno ma il prof non glielo permette e lui fa la faccia offesa
NICCOLO’ B: mentre dorme con la bava alla bocca in un’ora di storia
DANNY: coi capelli bianchi
Valeria
Mentre ride e urla prima dell’inizio della scuola
SCONOSCIUTA: dispetti in mensa
DANNY: coi capelli bianchi
VALERIA e MADDALENA: con la gomma-figlia o con le dita incrociate durante inglese
Simone
Scapigliato, mentre ribatte sui politici italiani
SILVIA P: mentre risponde alla prof di matematica “48” alla solita domanda
JACOPO: mentre sogna ad occhi aperti nell’ora di storia
MADDALENA: mentre rimuove le briciole del pranzo
BEATRICE: mentre lucida gli occhiali bianchi
Alessandro
Mentre, a basket, dice agli altri come fare
SIMONE: Baciami il culetto
ELEONORA E PROF che esultano perché Bossi si è dimesso
NICOLA e il carburatore
Jacopo
Mentre allaga la classe e pensa di meritarsi una nota
ALESSANDRO: quando ho sporcato d’inchiostro classe e giubbotti
Eleonora
Quando chiede preoccupata al prof con la polo verde se per caso è leghista
FRANCESCO: mentre dichiara alla prof di storia di essere impreparato
MADDALENA che quasi si strozza per paura dei sassi nella maglia
SIMONE che piega il foglio protocollo a metà in maniera molto strana
Letizia
Durante l’esposizione di scienze
CARLO: in atteggiamento e abbigliamento da Sherlock Holmes
SILVIA B: emozionata per il viaggio in Spagna
Silvia B
Mentre scrive sul cellulare di Eleonora frasi stupide e fa la matta
SIMONE: mentre va alla cattedra per chiedere qualcosa al prof, inciampa e poi ha dimenticato cosa voleva chiedere
ELEONORA e MADDALENA: mentre su rubano l’elastico a vicenda
SILVIA P: che si arrabbia per il 6 Perotto?
MATTEO: mentre messaggia sotto il libro nell’ora di scienze
Niccolò F
Mentre fissa Mattia [?!]
MATTIA: mentre distribuisce la colomba fatta da sua mamma
JACOPO: la valvola del termo
ALESSANDRO e l’inchiostro
FRANCESCO che si sporca di inchiostro nell’ora della prof di scienze
SIMONE: Baciami il culetto
Matteo
Mentre aspetta terrorizzato che la prof di matematica controlli i compiti
NICOLA: il carburatore
PROF D’ITALIANO: in 2 pose: tranquillo e isterico
NICCOLO’ B: mentre Silvia B. lo spinge fuori dalla finestra, perché i 2 hanno litigato
Filippo
Mentre gli vola fuori dalla finestra il pulisci-flauto
NICCOLO’ B: mentre minaccia di uccidere Filippo, perché questi gli ruba le patate al forno in mensa
JACOPO e la valvola
SIMONE: Baciami il culetto
Anita
Vestita da hippy
JACOPO e la valvola
ELEONORA che fa il dito medio
NICOLA con la bici in verticale
NICCOLO’ F: mentre imita i Soliti Idioti
ANNA: girata a chiacchierare
Niccolò B:
per lui ci vuole un film, mentre fa mille cose contemporaneamente
TUTTI nell’atrio della scuola trasformata in discoteca
TUTTI mentre usano una LIM per giocare
FRANCESCO: mentre balla e canta in classe
ELEONORA: mentre, seduta in cattedra, discute di politica con la prof di storia
ELIA: mentre smonta e rimonta il cellulare della madre nell’ora di storia
Mattia
Con la mano fa cadere fuori dalla finestra un cancellino lanciato da Jacopo a Filippo
MATTIA e FILIPPO: mentre rubano le patate al forno a Niccolò B
MATTEO che va in bagno ogni 10 minuti e il prof scrive su di lui una frase scherzosa alla lavagna
ELIA: mentre sega un pezzo di legno sul banco
Luca
Mentre segue con faccia annoiata le lezioni non si sa di quale prof
FILIPPO: mentre lancia il pulisci-flauto dalla finestra
ALESSANDRO: l’inchiostro


domenica 6 maggio 2012

Una mostra dedicata alla Divina Commedia

POSTATO dal prof d’italiano:

Leggete questo articolo pubblicato su la Repubblica il 5 maggio 2012 e guardate le immagini; e se avete voglia e tempo, andate a vedere la mostra.

LA DIVINA ILLUSTRAZIONE
DA DORÉ A RAUSCHENBERG
SE L' INFERNO DI DANTE È COME LO SI DIPINGE
Di Paolo Mauri
PARMA - Verso la fine degli anni Cinquanta Gianfranco Contini scrisse a Roberto Longhi per chiedergli un consiglio su una eventuale mostra da dedicare alle illustrazioni del poema dantesco in vista del settimo centenario della nascita che cadeva nel 1965. Longhi rispose, intanto, con qualche appunto in cui riepilogava il lungo cammino degli illustratori danteschi, suggerendo di cominciare con una sezione dedicata all'immagine di Dante stesso dall'affresco del Bargello a Botticelli, ma spingendosi avanti nei secoli sino al Dantes Adriaticus di Adolfo de Carolis. Nella rapida rassegna degli illustratori della Commedia, arrivando all'Ottocento, Longhi accenna ad illustratori italiani "che vale la pena di esporre", ma senza fare nomi. Uno lo avanza ora meritoriamente la Fondazione Magnani Rocca ed è quello di Francesco Scaramuzza di cui presenta 243 disegni realizzati tra il 1861 e il 1876 mettendoli a confronto con le 135 tavole incise da Gustave Doré, che tra le illustrazioni moderne del capolavoro dantesco sono certamente le più popolari. Scaramuzza è anche l'autore degli affreschi danteschi che ornano la Biblioteca Palatina di Parma: dunque si può dire un pittore fedelissimo a Dante. Ma quale Dante? Dobbiamo dire subito che ogni illustratore nel leggere Dante per immagini ci mette moltissimo del suo e certamente il Romanticismo si impossessò del poema e di certe sue scene "madri" ricolme di passione e di orrore, specie nell'Inferno. Racconta Stefano Roffi, che ha curato mostra e catalogo della Fondazione Magnani Rocca, che un critico ottocentesco, Luciano Scarabelli, volle istituire un parallelo tra Doré e Scaramuzza, cercando di dimostrare che l'italiano aveva meglio interpretato Dante. A noi sembra, invece, che Scaramuzza sia meno inventivo di Doré, anche se in qualche modo più aderente al testo. La sua lettura sa di accademia, anche se è un'accademia di ottima levatura. Domina la mostra un Lucifero che sembra, suggerisce Roffi, un gigantesco pelouche. L'Ottocento, comunque, aveva ripreso fortemente e gloriosamente il culto dantesco e basterebbe citare John Flaxman, Heinrich Füssli e William Blake per indicare una tendenza non certo episodica. L'Italia, alle prese con i problemi dell'Unità, fece quel che poteva. A Firenze Alinari bandì più tardi anche un concorso. Scaramuzza espose nel 1877 al Liceo Visconti di Roma, allora appena inaugurato, ottenendo anche un certo successo. Ma, scrive Claudio Zambianchi in un foltissimo numero speciale in tre volumi della rivista Critica del testo dedicata a Dante (ed. Viella) "se sotto il profilo delle arti visive l'Ottocento è un secolo dantesco per eccellenza, non così il Novecento". E conclude poi che "il più importante ciclo di opere visive dedicate alla Commedia nel XX secolo è probabilmente la serie di trentaquattro illustrazioni eseguito tra il 1958 e il 1960 da Robert Rauschenberg". Anche Rauschenberg naturalmente legge la Commedia, e qui in particolare l'Inferno, a suo modo, mettendoci dentro per esempio Richard Nixon e altri ostentati prelievi dalla contemporaneità. D'altra parte Dante aveva fatto lo stesso mettendo molti suoi contemporanei all'inferno... Dire che il Novecento non è un secolo dantesco non esclude che in molti si siano misurati con Dante, a cominciare da un artista originale come Arturo Martini. A metà secolo arrivò poi l'episodio Dalí, che affrontò la Commedia in modo assolutamente singolare creando naturalmente un certo scandalo. Ilaria Schiaffini, nella rivista appena citata, ricostruisce l'intera e gustosa vicenda. Dalí aveva usato soltanto colori chiari in aperto contrasto con la tradizione ottocentesca. E aveva dichiarato: "Il romanticismo aveva perpetrato l' ignominia di far credere che l'inferno fosse nero come le miniere di carbone di Gustave Doré dove non si vede niente. Tutto ciò è falso. L'inferno di Dante è rischiarato dal sole e dal miele del Mediterraneo...". Ma poteva il realismo dantesco sfociare impunemente nel surrealismo esasperato del pittore catalano? Non senza qualche sofferenza. Il che accade anche nel caso di un minore illustratore italiano, Amos Nattini, che aveva cominciato con d'Annunzio e le sue gesta d'oltremare e aveva poi dedicato vent'anni della sua vita a tradurre Dante in acquerelli, un centinaio, che oggi la Magnani Rocca espone nel salone contiguo a quello che accoglie Scaramuzza e Doré. Nattini non ha una sua visione di Dante, ma lo traduce in una fantasia di colori, ora più cupi ora più vividi e brillanti, prediligendo le scene di massa ove però si distinguono bene i corpi dei penitenti. Corpi che hanno visi moderni, forse di amici o conoscenti del pittore, gratificati di un passaggio nell'aldilà. Nattini sembra ad un passo dall'illustrazione popolare, in cui non è la novità dello stile a prevalere, ma la coerenza di un omaggio didascalico. Accadrà anche nel cinema, che fin dai suoi inizi dedicherà a Dante diverse pellicole, come ricorda, ancora nella rivista sopra citata, Salvatore Maira, aggiungendo che "la figurazione generale dell'Inferno resta per circa un secolo regolata dalla ripetizione di un'iconografia elementare che il cinema può utilizzare come funzione di ricono-scimento immediato di situazioni, immagini, atmosfere". Di recente è stato restaurato dalla cineteca di Bologna un film di cento anni fa: appunto Inferno di Francesco Bertolini, Adolfo Padovan e Giuseppe De Liguoro, che era stato prodotto dalla Milano film. Un kolossal, per l'epoca, con oltre mille metri di pellicola. Si ispira soprattutto a Doré, cercando proprio quel riconoscimento immediato di episodi e situazioni attraverso una serie di "tableaux vivants" che le didascalie introduttive aiutano a riconoscere. Per uscire dalle letture più o meno scolastiche bisognerà attendere parecchio tempo. Maira ricorda il breve film d'avanguardia The Dante Quartet di Stan Brakhage del 1987 che dura solo sei minuti, ma è il risultato di anni di intenso rapporto con la Commedia. Nel '91 Manuel De Oliveira ha girato una Divina Commedia mettendo in una clinica psichiatrica Adamo ed Eva, Aliosha e Karamazov, Gesù e Lazzaro, Nietzsche e Raskolnikov... Dopo le mostre dantesche che Corrado Gizzi organizzò a Torre dei Passeri, in Abruzzo, ora la Fondazione Magnani Rocca riapre il discorso sul grande tema delle illustrazioni della Commedia. Dante ha stupito i suoi contemporanei, perché, come scrive Erich Auerbach, nessuno prima di lui aveva usato in modo così ricco e articolato il volgare. Noi questa novità non la percepiamo più, ma Dante continua a stupirci per molti altri motivi, come se fosse sempre avanti a noi a mostrare il più insolito dei cammini.

Alcune immagini presenti alla mostra (e non solo):

Gustave Doré, Dante

Gustave Doré, La selva oscura (Inferno, canto I)

Gustave Doré, Caronte (Inferno, canto III)

Gustave Doré, Gli avari e i prodighi (Inferno, canto VII)


Gustave Doré, Minosse (Inferno, canto V)

Gustave Doré, Paolo e Francesca (Inferno, canto V)

Francesco Scaramuzza, Gerione (Inferno, canto XVII)

Gustave Doré, I simoniaci (Inferno, canto XIX)


Gustave Doré, Vanni Fucci (Inferno, canto XXV)

Amos Nattini, I consiglieri fraudolenti (Inferno, canto XXVI)

Gustave Doré, I Giganti (Inferno, canto XXXI)

Gustave Doré, Il conte Ugolino (Inferno, canto XXXII-XXXIII)

Francesco Scaramuzza, Lucifero (Inferno, canto XXXIV)

Gustave Doré, Sordello e Virgilio (Purgatorio, canto VI)

Francesco Scaramuzza, L'angelo portiere (Purgatorio, canto IX)

Amos Nattini, Alla vista di Beatrice Dante cade vinto (Purgatorio, canto XXXI)

 Gustave Doré, San Francesco cerca di convertire il sultano (Paradiso, canto XI)